VIAREGGIO. Finora gli mancava soltanto la condizione fisica, a suo parere. Perché il talento, la grazia nel saper accarezzare il pallone non sono mai mancati a Ighli Vannucchi. E si è visto anche oggi, quando si è portato a spasso mezza difesa del Catanzaro e la sua conclusione ha sfiorato il palo: è l’emblema di un pareggio che, specie per quanto visto nel finale, sta stretto al Viareggio.

“Il rammarico c’è, ed è tanto”, commenta il fantasista bianconero. “Soprattutto nel secondo tempo abbiamo creato svariate occasioni, ma ci è mancata la convinzione tipica della grande squadra. D’altro canto, stiamo crescendo e stiamo iniziando a conoscerci: nelle ultime quattro partite abbiamo fatto davvero bene.

“Come a Pisa, ho buttato in area qualche bel pallone. Soprattutto nel secondo tempo, quando il gioco si è spostato maggiormente sulla mia fascia. Si vede che mi sono mancati due mesi di ritiro”.

Diversamente dal trionfo all’Arena Garibaldi, però, Vannucchi è rimasto a secco. Colpa di qualche acciacco alla schiena, della sfortuna e, diciamo così, anche del compagno di reparto Romeo. Perché quando l’arbitro ha fischiato il rigore in favore delle zebre, tutti i tifosi si aspettavano che dal dischetto si presentasse il numero dieci. “Alessandro era uno dei designati, assieme a me e a Galassi. L’ho visto andare convinto sul pallone, è il nostro centravanti ed è giusto che abbia quella voglia di fare gol. Peccato che sia andata male, ma a livello di gioco ci stiamo esprimendo bene”.

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